Le fasi sonno-veglia sono regolate da diversi meccanismi che quando vengono alterati causano uno scompenso degli orari destinati ad un riposo equilibrato.

Il sonno è un momento fisiologico indispensabile per mantenere l’equilibrio fisico e psichico necessario per essere performanti. Ha una funzione di recupero delle energie spese nella giornata trascorsa e di preparazione a quella successiva.

Non è un fenomeno passivo: sono sospese solo alcune funzioni del cervello, mentre ne avvengono altre che sono fondamentali. Una buona igiene del sonno protegge da malattie cronico-degenerative e infettive, perché aumenta le capacità di difesa dell’organismo.

Il parametro comunemente considerato per il “buon” sonno è il numero di ore. In realtà, è assai più importante la qualità del sonno rispetto alla quantità. Il sonno ha, infatti, una sua “architettura” fisiologica, determinata dall’alternanza di fasi meno profonde e più profonde che, se mantenuta, ne garantisce la buona qualità. Un sonno di “scarsaqualità può essere causato dalle cattive abitudini tra cui le più diffuse sono:

  • Dislocare il sonno (andare a letto tardi e svegliarsi tardi)
  • Svolgere attività fisica e utilizzare device elettronici (TV, tablet, pc, cellulari) nelle ore serali
  • Assumere sostanze d’abuso (tra cui l’alcol) o eccitanti (caffeina).

Nel corso delle 24 ore si alternano due fasi: azione (veglia) e omeostasi (sonno). Direttori d’orchestra di questa alternanza che governa il nostro orologio biologico (il ritmo circadiano) sono due ormoni: il cortisolo (ormone della veglia) e la melatonina (ormone del sonno), il cui rilascio dipende dalle condizioni di esposizione alla luce.

Il ritmo circadiano è legato al nucleo soprachiasmatico dell’ipotalamo, che regola il sonno e altri ritmi biologici, ed è influenzato dal ciclo luce buio della giornata. La mancata sincronizzazione del ritmo endogeno (sonno-veglia) e del ritmo esogeno (imposto dallo stile di vita) dell’uomo, porta ai disturbi del ritmo circadiano: fatica, difficoltà di concentrazione, irritabilità, scarso rendimento sul lavoro, diventa difficile addormentarsi o risvegliarsi a seconda dei casi.

Le patologie del ritmo circadiano possono originare da un’alterazione del pace maker endogeno o da cause esterne.
Le principali sono:

  • sindrome da fase di sonno ritardata o anticipata, rispetto agli orari convenzionali
  • sindrome ipernictemerale, legata a cicli irregolari di sonno rispetto al giorno precedente
  • sindrome da jet-lag, determinata dai fusi orari dei viaggi
  • sindrome da turnismo, con insonnia nelle ore serali e sonnolenza diurna

Il principale disturbo del sonno è l’insonnia, che può essere di tre tipi: difficoltà ad addormentarsi, risvegli frequenti e risveglio precoce. Esistono poi disturbi più specifici, come le parasonnie e le alterazioni del movimento durante il sonno, che necessitano di percorsi terapeutici altamente specializzati presso i Centri di Medicina del sonno.

Le difficoltà persistenti del sonno devono essere sempre portate all’attenzione medica per un’adeguata e personalizzata valutazione. I farmaci contro l’insonnia, i cosiddetti sonniferi o ipnoinduttori, devono essere utilizzati esclusivamente sotto stretto controllo medico e per un tempo limitato poiché non inducono un sonno “fisiologico” e danno dipendenza. Quando si incorre in dipendenza da benzodiazepine è necessario seguire protocolli di disintossicazione con l’aiuto di psicoterapia e psicoeducazione e con uso corretto di melatonina. Nei casi più difficili, può essere necessario un breve ricovero per la riabilitazione del sonno.

I disturbi del sonno sono una comorbilità nei disturbi psichici e necessitano di adeguata presa in carico. Così come i disturbi del sonno sono potenti attivatori di disturbi psichici: una cattiva qualità del sonno incide sull’equilibrio psichico, esponendo al rischio di disturbi d’ansia e depressione.

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