Il significato della legge Basaglia

Prima della Legge 180/1978 i malati con disturbi psichici erano considerati irrecuperabili e pericolosi socialmente, pertanto venivano allontanati dalla società, emarginati e rinchiusi nei manicomi.

Il primo successo della Legge 180 risiede nella chiusura dei manicomi che ha permesso di restituire dignità e valore ai malati in essi reclusi.

Ecco dunque il secondo significato fondamentale della legge Basaglia: centralità della persona

Il significato della legge è dunque direttamente legato a quanto sopra: dare dignità ai malati psichici ha contribuito a riconoscerli come persona a tutti gli effetti. In quanto persone, il riconoscimento dei loro diritti è stata una conquista di civiltà.

Tale considerazione ha determinato la fine dei metodi custodialistici, riconoscendo invece la necessità di una presa in carico della persona.

Ecco dunque il secondo significato fondamentale della legge Basaglia: centralità della persona.

Lo spostamento da strategie di tipo custodialistico a presa in carico della persona, ha comportato la valorizzazione di tutti gli aspetti ad essa legati, sia di tipo biologico che di tipo psicologico e sociale. Quest’ultimo aspetto in quell’epoca, risultava prevalente per le evidenti caratteristiche di esclusione e di emarginazione a cui erano sottoposti “i malati”.

Questo approccio ha comportato anche un grosso sforzo, nonché l’assunzione di una importante componente di rischio da parte dei professionisti che hanno contribuito a realizzare la chiusura dei manicomi. Essi hanno necessariamente messo in discussione il proprio sapere e il proprio modo di essere.

Mettere tra parentesi il pregiudizio diagnostico e i ruoli precostituiti, significava in quel momento dare senso al non apparente senso della sofferenza psichiatrica. La cosiddetta ‘sospensione del giudizio’ (che rappresenta l’epochè della corrente fenomenologica di quel periodo) ha rappresentato una novità in campo professionale che ha richiesto un grande atto di umiltà ed ha determinato un modo nuovo di approcciarsi alla persona in quanto tale.

Tutto ciò ha permesso la nascita del nuovo modello di presa in carico che si realizzava attraverso un incontro autentico tra paziente e terapeuta, in cui l’accoglienza, l’ascolto, il sentire l’altro, rappresentavano la premessa per una collaborazione attiva, ovvero un lavorare insieme per il cambiamento che avrebbe rappresentato l’avvio effettivo della riabilitazione psichiatrica.

Cosimo Argentieri

Direttore Sanitario e Responsabile Scientifico e Qualità di Neomesia

La legge Basaglia 40 anni dopo: quali prospettive?

A distanza di 40 anni dall’abrogazione della legge rimane l’insegnamento e la prospettiva di utilizzare al meglio le moderne conoscenze, le ricerche scientifiche e culturali per ‘abbracciare il paziente’ in un percorso terapeutico che tenga conto degli aspetti biologici (ovvero fisiologici), di quelli psichici (le emozioni, i vissuti e l’esperienza soggettiva) e di quelli sociali (interazioni, relazioni). Attualmente infatti lo sviluppo delle neuroscienze risulta inevitabilmente legato a quell’ approccio terapeutico in cui la relazione terapeutica avviene nel rispetto, nell’accettazione e nell’ascolto dell’altro come persona.

Oggi stanno cambiando i bisogni. Sempre più frequentemente i giovani presentano una sofferenza diffusa in cui l’abuso di alcool, le dipendenze e i disturbi del comportamento, richiedono ascolto ma anche professionalità nel trovare insieme soluzioni efficaci e verificabili.

A Franco Basaglia questi aspetti non sarebbero sicuramente sfuggiti. Li avrebbe affrontati con competenza, determinazione e passione.

2018-05-13