La medicina di genere

Ci si pone il problema della medicina di genere in tempi sufficientemente recenti.

La medicina di genere nasce anche per alcuni aspetti epidemiologici come il verificarsi, all'interno dell’epidemiologia delle malattie psichiche in modo particolare, della presenza delle donne in maniera molto più ampio di quello che è la presenza maschile.
Da studi epidemiologici dell'organizzazione Mondiale della sanità che risalgono al 2002 emerge che le patologie più rappresentate nel mondo femminile sono la depressione, i disturbi d'ansia, i disturbi dell'umore e i disturbi legati all'alimentazione come l'anoressia la bulimia.
In questo caso non si può parlare di patologie al femminile; parliamo in questo caso di epidemiologia, di statistica, di rappresentazione di un fenomeno in questo istante.

Gli studi attuali che partono da studi epidemiologici che sono diventati studi di neurobiologia, studi legati anche ad aspetti di tipo sociale, stanno proponendo un cambiamento del trattamento della presa in carico del genere femminile.
Gli studi, in modo particolare della farmacologia, hanno messo in evidenza come oggi non esistano ancora ricerche sufficienti per dire che i farmaci che noi utilizziamo genericamente nel mondo psichiatrico abbiano lo stesso effetto sia negli uomini che nelle donne.
In realtà studi recenti stanno dimostrando che gli effetti, per la natura stessa di essere donna, sono diversi.
In questo caso quindi c'è una rivisitazione dei protocolli standard per quanto riguarda il trattamento delle donne in maniera più adeguata che tenga conto queste differenze e che quindi porti all’utilizzo migliore dei farmaci stessi, accompagnati in questo caso anche da un progetto riabilitativo più idoneo, legato alla persona, visto che anche questo è molto importante per la donna.

Per realizzare questo cambiamento diagnostico-terapeutico, quindi un cambiamento anche di protocolli, è chiaro che ci deve essere un investimento da parte dei professionisti che devono migliorare le loro conoscenze, mettere fra parentesi le conoscenze che sinora hanno acquisito per verificare oggi una innovazione sia tecnologica, farmacologica e anche riabilitativa, che tenga conto della persona.
Oggi si agisce sempre di più in maniera inter-professionale, inter-servizi, in cui il sapere di più persone ci può portare alla condivisione di un progetto diagnostico-terapeutico condiviso che tenga presente però la specificità della donna.
All'interno di questo cambiamento complessivo del nostro modo di pensare, di agire, di curare, di prendere in carico di persone è ovvio che una posizione diversa deve assumerla la stessa donna professionista.
Quindi oggi si impone anche come necessità avere all'interno dell'equipe interprofessionale una figura femminile che ci aiuti a capire cos'è essere donna.

2019-05-30