The Passenger

IKIGAI Cosa ti aspetti dal L’idea di scrivere per questo periodico mi ha sempre incuriosito, in fondo anche io faccio parte di questa famiglia e sentirsi parte di un gruppo è anche il modo migliore per esprimersi al meglio, e per sentirsi meno soli. Proprio al riguardo mi trovo in completo accordo con Eugen Kahn che a suo tempo affermò: “Meglio combattere con il mondo intero che non essere soli”. Sto scrivendo di getto e non ho un argomento da affrontare in particolare, ma in questo periodo mi è stato chiesto più volte che cosa mi aspetto dal 2020 e vorrei iniziare proprio da qui. Appena mi è stato domandato ho avuto un vuoto di memoria... neanche mi avessero chiesto chissà quale teorema di matematica! Ma pensandoci bene, da quando è scattata la mezzanotte del 1 gennaio non c’è stato un momento in cui mi sono fermata a pensare a cosa desidererei veramente in questo 2020. Ora ho le idee più chiare, e penso che sia fondamentale porsi degli obbiettivi, trovare un qualcosa che dia un senso alle nostre lunghe giornate. I giapponesi questo concetto lo chiamano Ikigai: letteralmente questa parola è composta da “iki” (<< vivere >>) e “gai” (<< ragione >>) e viene definito il motivo per cui alzarsi la mattina, ciò che ci favorisce una motivazione esistenziale e ci aiuta ad attraversare i periodi difficili della vita guidandoci verso il nostro porto sicuro. L’ikigai è accessibile a chiunque, a prescindere dalla condizione sociale, ed è un concetto altamente democratico che rende onore alla diversità della vita; può favorire il successo, ma il successo non è un prerequisito per l’ikigai, che è invece alla portata di tutti. Ecco forse quello che desidero in questo 2020 è che ognuno di noi possa trovare un po’ di tempo per riflettere e trovare il proprio “Ikigai”. Spero che questo 2020 possa aiutarci a combattere le nostre debolezze, e a renderci più consapevoli delle possibilità che questa vita ci offre ogni giorno. Spero che questo 2020 ci porti ad accettarci un pochino di più, nonostante i difetti e ad imparare a convivere con noi stessi, anche se sì, lo ammetto ragazzi, spesso è veramente dura. Vorrei concludere con questa frase di Neale Donald Walsch: “Mai pensare che la tua vita sia finita, sii consapevole sempre, che ogni giorno, ogni ora, ogni momento, è un altro inizio, un’altra occasione, un’altra possibilità per ricreare te stesso, di nuovo”. Elisabetta

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