Nuovo studio sulla stimolazione elettrica del cervello

La memoria a breve termine è stata revitalizzata in adulti più anziani sincronizzando i circuiti ritmici del cervello.
Comprendere il normale invecchiamento cerebrale e sviluppare metodi per mantenere o migliorare le capacità cognitive negli anziani è uno dei principali obiettivi delle neuroscienze.
Una recente ricerca condotto dal team di Robert M. G. Reinhart e John A. Nguyen (Boston University, Boston, MA, USA) ha evidenziato come la stimolazione elettrica nel cervello umano possa produrre un significativo miglioramento della memoria a breve termine nei soggetti anziani.
Gli autori hanno condotto uno studio sham-controlled, in doppio cieco, impiegando l'EEG e la stimolazione transcranica a correnti alternate (tACS) ad alta definizione (HD-tACS) al fine di consentire una misurazione accurata della connettività funzionale, confrontando un campione più giovane (che veniva sottoposto unicamente alla stimolazione tipo sham) con un campione più anziano (che veniva sottoposto sia alla stimolazione tipo sham che al trattamento attivo).
Ambedue i campioni furono sono stati confrontati a livello delle prestazioni della memoria a breve termine. Già dopo 25 minuti di stimolazione HD-tACS è stato possibile riscontrare un netto miglioramento delle prestazioni per la memoria a breve termine, comparabile alle prestazioni registrate a livello cerebrale per i soggetti ventenni reclutati nel campione di volontari dello studio.
Sebbene l’effetto della stimolazione sembrerebbe avere una durata di poco superiore ai 50 minuti, i risultati preliminari di questo importante studio potrebbero ampliare i campi di azione e di studio delle neuroscienze nel campo della memoria.
Il dott. Reinhart è convinto che aiutare a sincronizzazione l’attività elettrica nelle diverse aree del cervello, possa essere un valido supporto nel trattamento di diversi disturbi neurologici.

L’aspetto interessante di questa ricerca appare essere l’approccio non invasivo che getterebbe le basi per futuri interventi, non necessariamente di tipo farmacologico, mirati al recupero del deterioramento cognitivo, specie nella popolazione anziana.

Fonte:

2019-04-08