The Passenger

NUMERO 04 - GIUGNO 2019 THEPASSENGER Il periodico degli Ospiti di Villa Jolanda Caro papà di come fosse andata la giornata, cinque minuti e tornavamo a casa, nemmeno il tempo di scendere dall’auto ed arrivavano le mie due sorelle maggiori. Ci abbracciavamo ed entravo, spogliandomi, lasciando il mio zaino e le mie cose sul tavolo e già assaporavo il profumo del pranzo... Dopo una mezzora arrivava la mamma. Ci sedevamo a tavola ed ognuno di noi, a turno, iniziava a raccontare le proprie mattinate, ridendo e scherzando come eravamo soliti fare. È questo quello che mi manca di più di te: il pensiero di non poterti vedere da lontano quando mi aspettavi. Confrontarmi con te. Andare a caccia insieme fotografando ovviamente. Far crescere i nostri cuccioli e dar loro un nome in base ai modellini di aerei da caccia di cui eravamo entrambi tanto appassionati. Infatti non perdevi mai un’edizione in Caro papà, mi manchi ogni giorno di più e ti penso ogni giorno che passa ed oggi che è la tua festa mi è venuto spontaneo buttare giù due righe su come sto vivendo la mia vita da 17 anni a questa parte, dalla tua morte in poi... In quel tempo ero un bimbo felice, allegro, buffo, tranquillo ed educato. Ogni giorno non vedevo l’ora di tornare a casa dopo la scuola per raccontare la giornata alla mia famiglia. Suonava la campanella, preparavo il mio zaino, mi alzavo e al volo correvo fuori per il corridoio verso l’uscita. Incrociavo la mia mamma che a quel tempo era vice preside; raggiungevo l’uscita più veloce possibile; vedevo da lontano il baffo di papà che mi aspettava dopo il cancello. Lo raggiungevo, lo abbracciavo, salivo in auto e tornavo a casa... Nel mentre incominciavamo a parlare edicola di quegli aerei che costruivamo insieme, perdevamo ore intere dietro un solo pezzo, finché non veniva “impeccabile” come dicevi tu. Basta ricordare il passato; ad oggi dopo 17 anni appunto, vorrei solo come saper rimuovere il blocco allo stomaco quando ti penso, come non irrigidirmi quando entro in casa e rivivo un qualcosa fatto insieme, senza sostanza. È per questo che ho deciso di farmi aiutare, per riuscire a cercare di andare avanti nella mia vita che è stata dura e lo sarà per sempre senza te! L’importante è dare un significato al passato, accettarlo e vivere il futuro con il sorriso…questa è la mia speranza! TI VORRO’ SEMPRE BENE e rimarrai sempre qui con me e nel mio cuore. Giorgio

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