The Passenger

Arianna “…Ricordo dei giochi di quando ero piccola e non avevamo giochi veri come adesso, lavoravamo di fantasia, ad esempio ci vestivamo con i vestiti della mamma, le scarpe con i tacchi e facevamo finta di andare a passeggio oppure a fare la spesa, qualche volta ci storcevamo le caviglie ma eravamo felici lo stesso. Quando era il periodo della raccolta del mais prendevamo delle pannocchie e facevamo finta che erano le nostre bambole, legavamo la cima della pannocchia come fossero capelli e facevamo treccine e code di cavallo. Disegnavamo occhi, bocca e naso e facevamo finta fossero nostre figlie…” Qualche tempo fa la noia diventava produttiva e generava qualcosa che era frutto della nostra fantasia. Oggi abbiamo la possibilità di gustarci il nostro tempo libero anche in modo (abbiamo definito noi) passivo. Una passività data dalla tecnologia utilizzata come servizio, pensando alle console, ai computer, alle televisioni, i quali utilizzati per poche ore al giorno non fanno emergere noia ma solo svago. Con questa pandemia molti hanno sentito il peso di questa passività che sfociava in noia tremenda. Così si è pensato di condividere questi ricordi sperando che le nostre esperienze possano essere di ispirazione o aiuto a chi oggi sente il bisogno di affrontare la noia producendo qualcosa senza rimanere passivo e tediato ancor di più.

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