Disturbo DepressivoDisturbo dell’umore che si manifesta con sintomi molto evidenti e riconoscibili
La Depressione è un Disturbo dell’Umore che si manifesta con sintomi molto evidenti e riconoscibili: frequenti e intensi stati di tristezza, mancanza di motivazione, poca voglia di vivere, incapacità di provare piacere, malumore, pensieri negativi su sé stessi e sul proprio futuro, angoscia.
La depressione può avere diverse cause che variano da persona a persona: può incidere un fattore biologico (ereditarietà, una maggiore predisposizione genetica alla depressione) o psicologico (le esperienze di vita e l’ambiente possono rendere vulnerabili alla depressione).
Ci possono essere eventi scatenanti che derivano da una perdita (un lutto, il lavoro, una relazione) o da un fallimento (obiettivi di vita) percepito come insuperabile.
La depressione ha diversi livelli di gravità: si va da manifestazioni di bassa intensità a situazioni invalidanti nei casi in cui lo stato depressivo tolga la voglia di svolgere le normali attività quotidiane (mangiare, lavarsi, alzarsi dal letto).
Il disturbo può manifestarsi in modo acuto (con fasi depressive molto intense ed improvvise) oppure diventare cronico e continuo, con improvvisi momenti di peggioramento.
Sentirsi depressi significa vedere il mondo in modo deviato, negativo, si pensa che gli gli altri non possano comprendere il proprio stato d’animo e si diventa intolleranti verso chi è ottimista, con conseguente isolamento sociale e chiusura in sé stessi.
Il trattamento combinato, farmacologico e psicoterapeutico, è il percorso di cura più appropriato per stabilizzare lo stato depressivo da un punto di vista biologico e consegnare al tempo stesso alla persona gli strumenti psicologici da utilizzare come leve motivazionali per combattere la sensazione angosciante di decadimento fisico e psichico legata al disturbo.
I disturbi depressivi, oggi occorre una visione dimensionale
La depressione rappresenta la sofferenza psichiatrica più frequente nella popolazione generale. In Italia ne soffrono circa 3 milioni, il 5,7% della popolazione.
Ma oggi non si parla più di depressione, ma di disturbi depressivi secondo una visione dimensionale in cui la patologia tende ad evolversi con l’età.
Per fare un esempio: un disturbo da disregolazione dell’umore dirompente riferito ad un quadro clinico di bambini con irritabilità persistente e frequenti episodi di discontrollo, da adulto può manifestarsi in una depressione di tipo unipolare e in disturbi d’ansia.
La dimensionalità è una visione che parte dall’infanzia fino all’adulto, arrivando all’anziano (la solitudine è oggi una delle cause della depressione in età avanzata).
Il disturbo depressivo maggiore
Il nucleo centrale dei disturbi depressivi è rappresentato da irritabilità e senso di inutilità della persona, accompagnato da modificazioni somatiche e cognitive che possono influenzare la sfera sociale ed individuale delle persone.
Esistono diversi disturbi depressivi, per citarne alcuni:
- il disturbo persistente depressivo
- il disturbo disforico premestruale
- il disturbo depressivo indotto da sostanze e farmaci
- il disturbo depressivo da malattie
Il disturbo depressivo maggiore rappresenta la condizione più importante e si manifesta solitamente intorno ai 25-44 anni (ma negli Stati Uniti la soglia si è abbassata a 20 anni).
Come si manifesta il disturbo depressivo maggiore?
I sintomi della depressione che accomunano le diverse tipologie di disturbo depressivo sono:
- l’umore è depresso durante tutta la giornata
- lo stato depressivo si prolunga per un tempo lungo (almeno due settimane)
- si avverte un vuoto esistenziale, l’incapacità di affrontare la vita e un senso di fallimento accompagnato da ricorrenti pensieri di morte (con alto rischio di suicidio)
La condizione di depressione è accompagnata anche da un correlato somatico e psicomotorio: diminuzione o aumento del peso, quindi un disturbo dell’alimentazione; agitazione psicomotoria; è ricorrente l’insonnia.
La depressione maggiore per le sue caratteristiche biologiche, psicologiche e sociali, viene curata con i farmaci e con le psicoterapie.
Ma è importante anche la vicinanza della famiglia. Ed è fondamentale il metodo Counselling per supportare la persona in questo intervento complessivo, che deve essere fortemente personalizzato in base a tutti gli elementi della sofferenza individuale e specifica della persona.
Parola chiave: personalizzazione delle terapie
Nella presa in carico dei disturbi depressivi cogliere fin dagli inizi gli aspetti biologici, psicologici e sociali è importante.
La patologia è complessa: evolve nel tempo; si intreccia con altre situazioni; scattano meccanismi di comorbilità.
Proprio perché si tratta di una patologia in evoluzione, non esiste una terapia unica. È necessaria una ricerca costante e la valutazione clinica degli elementi specifici della persona nel suo processo evolutivo, esistenziale, dei rapporti sociali e personali.
La dimensionalità è un elemento specifico di riproposizione dell’individuo. Da qui il ruolo strategico della personalizzazione dell’intervento tramite un’equipe multiprofessionale, in cui ognuno gioca il suo ruolo: lo Psichiatra, sul fronte farmacologico; lo Psicologo, nella valutazione della psicoterapia; l’educatore nella riattivazione e riabilitazione della persona per riacquisire un funzionamento individuale e sociale.
Covid-19 causa di disturbi depressivi
In Italia uno studio preliminare su 18.000 persone ha già rilevato un aumento di disturbi depressivi, ansia e stress causati dall’epidemia Covid 19.
Sempre in un’ottica di dimensionalità, sono stati avviati diversi studi sulle diverse reazioni delle persone, per analizzare gli effetti che l’epidemia ha generato in base alle varie situazioni personali e per cogliere la specificità degli interventi.
La parola depressione in generale è un una parola vuota se non si colloca all’interno di una realtà personale, del vissuto diretto, l’unico modo per comprendere a fondo la sofferenza nelle sue variazioni individuali.
La pandemia è una condizione catastrofica legata al trauma e ha determinato nella popolazione in generale una sensazione di mancanza improvvisa di terra sotto i piedi.
L’incertezza, le dinamiche del lutto e della perdita dei propri cari, l’isolamento, hanno causato la comparsa di fattori di vulnerabilità individuale.
Per questa ragione è importante rilevare negli studi in corso l’aspetto della medicina di genere, della fascia di età colpita da disturbi depressivi, si abbassa anche i giovani dai 16 ai 24 anni, dell’impatto sugli anziani.
Quanto ha inciso l’isolamento sul loro stato psicologico? Tutti questi aspetti vanno valutati e analizzati per consentire una presa in carico specifica e personalizzata.
Teleconsulto, il supporto a distanza come nuova opportunità
Siamo sempre stati abituati a pensare al supporto in ambulatorio, in presenza, da vicino.
Il Covid -19 ci ha però insegnato a stare vicini alle persone anche a distanza e l’importanza di non interrompere la presa in carico della persona.
La sollecitazione che viene da questa esperienza è che i percorsi a distanza di psicoterapia, counselling, supporto ai famigliari, possono essere anche uno strumento facilitatore.
L’esperienza del teleconsulto può agevolare il primo approccio, ad esempio. Così come creare un rapporto diretto con il professionista, senza triage telefonico, ma fornendo alla persona il numero di telefono da contattare in determinati orari e giorni per parlare direttamente con chi dell’equipe segue il suo caso.
Senza con questo negare che incontrarsi resta elemento fondamentale nel rapporto empatico e relazionale con il paziente.
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