La terapia farmacologica non si pone come semplice strumento per il contenimento di un sintomo (come bloccare uno stato di agitazione) ma deve porsi come intervento di recupero in un percorso associato ad altre terapie.

In psichiatria ci si trova spesso di fronte a quadri clinici misti, con presenza di più sintomi rispetto al disturbo centrale, sui quali occorre intervenire in modo combinato perché se trascurati potrebbero impedirne buon esito del percorso di recupero.
Non si può risolvere il quadro patologico esclusivamente con i farmaci. Le evidenze scientifiche hanno dimostrato che la scelta migliore è il trattamento combinato, ovvero l’associazione di terapia farmacologica e terapia psicoterapia.

Si tratta solitamente di percorsi che richiedono tempi lunghi poiché il trattamento deve evitare di sostenere le funzionalità residue del paziente e deve prestare attenzione ai possibili effetti collaterali.
La gestione della terapia deve infatti tener conto anche dei sintomi accessori.

La gestione farmacologica dei disturbi psichiatrici, in linea con i principi dell’approccio bio psico sociale, parte dall'anamnesi clinica del paziente, deve cioè tenere conto degli aspetti legati alle condizioni fisiche del paziente e del suo generale stato di salute.

La fase di condivisione della terapia è fondamentale per rendere consapevoli ed informati il paziente ed i familiari sul percorso che si andrà ad intraprendere, in modo da instaurare un rapporto costruttivo con le figure professionali che intervengono nel percorso terapeutico (medico, psicologo, ecc.).
È importante infatti che il paziente aderisca alla terapia senza paura e senza disagi.

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Adolfo Bandettini

Psichiatra

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