Ascolta l'intervista

D. Ci colleghiamo subito con la responsabile della Comunità Casa Cima di Milano, la dottoressa Silvia Rivolta. Buongiorno Dottoressa, conosciamo la vostra comunità, è nata per volere di chi questa Casa Cima di Milano?

R. Casa Cima è una Comunità Terapeutica Psichiatrica che si trova a Milano ed è il frutto di una esperienza lunga e consolidata di studio e di lavoro nella residenzialità psichiatrica cheè andata a costituire un vero e proprio metodo, il Redancia System, fondato dal dottor Giovanni Giusto. Oggi Casa Cima fa parte di Neomesia che è il nuovo brand del gruppo KOS che si costituisce nel luglio del 2017 come un nuovo operatore sanitario nel campo dell'Assistenza Psichiatrica e della Riabilitazione Psichiatrica. Oggi Neomesia è presente in 8 regioni italiane; ci sono più di 18 strutture, anche una nel Lazio proprio a Roma, la clinica Villa Sant'Alessandro.

D. Casa Cima è specializzata nella presa in carico di pazienti affetti da diverse patologie. Quali sono queste patologie?

R. Casa Cima è una Comunità Terapeutica Psichiatrica cha accoglie 19 pazienti, sia maschi che femmine, adulti che sono portatori di sofferenze psichiatriche dell'area psicotica e dei gravi disturbi di personalità . Casa cima si presenta proprio come come una casa, ha le caratteristiche di una comune abitazione e al suo interno c'è un gruppo di lavoro multidisciplinare che garantisce funzioni ed interventi altamente specialistici di tipo riabilitativo di tipo supportivo e di tipo terapeutico e tutto questo viene svolto nella quotidianità.

D. Leggevo una cosa molto bella della vostra scheda, che viene promosso il contatto e l'integrazione degli ospiti con le realtà del territorio circostante come la parrocchia le associazioni dei familiari la biblioteca. È così?

R. Esattamente. Noi lavoriamo molto per per l'integrazione e per l'avvicinamento del “dentro” della comunità al “fuori”, per cui ci sono proprio delle attività che portano i pazienti fuori dalla comunità e a contatto con le realtà circostanti, la parrocchia che vicina e che i pazienti frequentano, l'oratorio, la chiesa ma anche i negozi, il ristorante, la pizzeria, le palestre. Questo è proprio un nostro modo di lavorare e la stessa cosa noi la facciamo con la famiglia Le famiglie sono direttamente coinvolte nella presa in carico del paziente e nella formulazione del progetto terapeutico.

D. Quindi la famiglia viene coinvolta direttamente nel trattamento nel percorso terapeutico. Come viene seguito il paziente e soprattutto come viene avviene l'accoglienza?

R. L’invio in una comunità terapeutica che è accreditata e contrattata come la nostra avviene attraverso il Servizio Sanitario Nazionale quindi è il CTS, che in Lombardia è il centro psicosociale che ha in carico il paziente, che fa una segnalazione; queste segnalazioni vengono valutate e a quel punto viene attivato tutto l'iter di valutazione e di inserimento del paziente in comunità. Quindi avviene attraverso un invio da parte del Servizio Sanitario Nazionale.

D. Ecco lei da tantissimo a questi fratelli. Ma riceve anche tanto?

R. Si, certo, il lavoro in Comunità Terapeutica è un continuo scambio e nasce proprio dall'incontro e della continua riflessione tra il gruppo di lavoro e il gruppo dei degli ospiti. L'occasione di sentirci oggi è perché un nostro gruppo di 10 dei nostri ospiti sono a Roma e hanno partecipato all'incontro con il Papa.

D. E sono stati salutati da papa Francesco, quindi doppia emozione…

R. Si, ieri hanno preso il treno con due operatori della nostra comunità, sono arrivati a Roma, hanno girato Roma, mi hanno mandato le fotografie. Stamattina alle 7:30 si sono messi in coda, hanno atteso, hanno partecipato, quindi io credo che per loro questa sia stata una giornata importante. Rispetto anche a questa intervista ho un po' pensato al perché ci stiamo sentendo. Perché anche i pazienti hanno voluto questo incontro con il Papa. Loro erano mesi che mi chiedevano “andiamo a Roma, vogliamo incontrare il Papa” e credo che tutto questo possa essere anche un po' paragonato qualcos'altro che è successo quest'anno. Quest'anno la legge Basaglia compie 40 anni. Basaglia è stato colui il quale ha operato un grosso cambiamento nella psichiatria e anche nel modo di intendere e di relazionarsi al paziente psichiatrico e credo che forse in questo i pazienti hanno visto qualcosa nel Papa che somiglia un po' a quello che Basaglia ha fatto per loro, nel senso che Papa Francesco ha in qualche modo portato la fede a diretto contatto con le persone, quindi ha fatto un'operazione che somiglia a quello che Basaglia ha fatto 40 anni fa con il malato, ha cercato di incontrare attraverso la fede le esperienze, ha accolto le diversità. Per questo secondo me i pazienti della nostra comunità hanno voluto incontrare questo Papa, perché hanno sentito forse che c'era la disponibilità ad incontrarli e non soltanto come pazienti ma anche come persone, come portatori di un'esperienza, di risorse, di possibilità.

D. Sentendola parlare dottoressa viene fuori il grande amore che c'è. Non è soltanto lavoro ma soprattutto c'è tanto amore in quello che dice e in quello che fa. Un'ultima domanda. Oltre alle figure professionali ci sono anche molti volontari. Come si diventa volontari di questa comunità?

R. Per diventare volontario nella nostra comunità si fa una segnalazione; noi incontriamo la persona, si associa ad un nostro gruppo, un'associazione che si chiama “Il Barattolo” e così si diventa volontari all'interno della nostra struttura. A quel punto poi si studia la possibilità di inserirsi e di integrarsi come volontari. I volontari della nostra associazione il Barattolo sono importanti, sono delle risorse fondamentali perché anche loro si integrano nel gruppo di lavoro e danno sempre un contributo osservativo, esperienziale ed è il motivo per cui ci servono.

D. Un grosso contributo. Il volontariato, diceva Madre Teresa, è il sorriso del mondo Allora dottoressa io la ringrazio e anche a lei strappo una promessa: un abbraccio e un bacio ai pazienti da parte mia e a lei un Grazie per quello che fa. Grazie buona giornata e buon lavoro.

R. Grazie.

Silvia Rivolta

Silvia RivoltaResponsabile della Comunità Terapeutica Psichiatrica Casa Cima di Milano